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LA DIMORA NELLA STORIA

DESIGN // DEHOR PER ESTERNI

IL PROGETTO FRA REGOLA E ANTI-REGOLA

Quando andare oltre le disposizioni amministrative, significa trovare nuove dimensioni di pensiero e azione

 

Da sempre sono affascinata dall’arte e dalla scultura.

La piccola costruzione temporanea tipica del tema del dehor mi ha concesso di avvicinarmi poco più a quel mondo.

Il filo conduttore sotteso è il connubio fra funzione e forma, fra spazio vissuto e gesto artistico.

Il dehor viene quindi inteso come scultura, fatta di intrecci di superfici atte a delineare uno spazio coperto: una scultura vivente che accoglie il visitatore, che ne diventa protagonista e parte integrante.

Poter utilizzare una scultura è un fatto raro, fa vivere una esperienza che ha un vago sapore di land-art.

 

Le forme progettate sono semplici.

PRIMO PROGETTO:

Un nastro di vetro e metallo si avviluppa su se stesso: tocca ora terra come seduta, si eleva trasformandosi in copertura e quindi ritocca il suolo accogliendo piante e fiori.

Una cerniera centrale (la travatura reticolare) divide in due la costruzione, due parti che si sostengono reciprocamente. La forma stretta ed allungata è dettata dall’area di progetto: un’angusta ed affascinante piazzetta del centro storico genovese.

 

Il progetto è nato in via sperimentale, volutamente trascurando le disposizioni comunali, con il folle tentativo di stimolare l’amministrazione ad avere un nuovo atteggiamento di apertura.

Fu respinto: in centro storico si prevedono solo chioschi o semplici pedane recintate da fioriere sormontate da ombrelloni.

 

A Genova non esiste la cultura del “dehor” così come viene inteso in altre città. Qui uno spazio coperto di metallo e vetro diventa semplicemente “chiosco”, il più delle volte, nella forma più apprezzata di rudimentale tempietto ottagonale.

Sono ammesse quindi figure standard, realizzazioni “industriali” e il decoro urbano non privilegia spesso il “pezzo unico” che fornisce invece una risposta personalizzata alle diverse esigenze del committente, dell’attività svolta e soprattutto del sito.

 

SECONDO PROGETTO (variante al primo):

 

Il secondo progetto nasce quindi dal tentativo di fare un passo indietro, senza per questo arrendersi all’idea del chiosco o della fioriera unita all’ombrellone.

Si cerca quindi di dare una risposta da architetto alle disposizioni dell’amministrazione pubblica: compaiono perciò due “ombrelloni”, ma in vetro.

Apprezzato lo sforzo, il progetto fu ugualmente respinto.

L’ostinazione non mi è mai mancata e quindi mi sono presentata per la terza volta ai competenti uffici, questa volta con un progetto su un altro sito ai margini del centro storico.

 

Anche qui una forma stretta ed allungata tangente ad una delle poche strade carrabili del centro storico, ed alle vecchie mura del Barbarossa, sulla quale da una lato si sviluppa il vecchio fronte medioevale e dall’altro la città contemporanea.

 

Non manca, neanche in questo caso, un atteggiamento moderno, che tenta di re-interpretare le disposizioni limitative traducendole in un gusto più contemporaneo di forme semplici e materiali adeguati.

TERZO PROGETTO:

 

In questo caso è la location ai margini del centro storico a venire in aiuto, facendo ottenere al progetto la sospirata concessione, comunque in deroga alle disposizioni, quasi con l’implicita promessa di non osare più riproporre quello scandaloso genere così moderno per i tradizionali gusti genovesi, che avrebbe potuto costituire un pericoloso precedente per le abilità progettuali di numerosi professionisti di cui la città è ricca.

 

Non avendo prospettive alcune, ostinatamente non ho voluto abbandonare il tema progettuale del dehor, spostando quindi l’asse su una concezione unicamente privata e temporanea, che attualmente dimostra avere certo più successo.

Sono nate quindi nuove forme con funzioni insolite destinate ad un altro pubblico e ad un’altra committenza: l’”installazione da giardino” per i ricevimenti privati.

 

 paola gambale interior designer

Genova - via san siro 12

milano - blend tower - piazza IV novembre 7

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